Crediti 4.0, compensazioni sospese per trenta giorni

Compensazione sospesa per 30 giorni per i crediti di imposta su investimenti 4.0. In attesa di acquisire i dati relativi alle comunicazioni ex post effettuate al Gse, l’agenzia delle Entrate mette in congelatore gli F24 con codici tributo riguardanti i crediti 4.0 aventi come anno di riferimento il 2023 o il 2024. Questa modalità di gestione dei dati sta generando preoccupazione tra gli operatori che rischiano di trovarsi, dopo 30 giorni dalla scadenza del versamento, con uno scarto del modello F24 che fa scattare sanzioni e interessi. È necessario che le Entrate comunichino tempestivamente ai contribuenti l’acquisizione dei dati dal Gse in modo che gli F24 possano essere trasmessi con la certezza di esito positivo della compensazione.

Nuove difficoltà burocratiche per le imprese che investono sfruttando le agevolazioni transizione 4.0. Dopo l’avvio problematico delle comunicazioni previste dal Dl 39/2024 e dal Dm del 24 aprile scorso, l’agenzia delle Entrate, con una Faq pubblicata sul proprio sito Internet, ha precisato di aver introdotto, dalla scadenza del 17 giugno 2024, un meccanismo che sospende per 30 giorni il rilascio delle quietanze telematiche per i modelli F24 nei quali sono esposti in compensazione i codici tributo relativi ai crediti transizione 4.0.

Si tratta in particolare dei codici 6936 e 6937 con anno di riferimento 2023 o 2024 (intendendosi quello di completamento dell’investimento: risoluzione 25/E/2024) e dei codici 6938, 6939 e 6940, anno 2024. Questo periodo di sospensione serve al Fisco per acquisire dal Gse le informazioni sulle comunicazioni ex post inviate dai contribuenti, che costituiscono condizione di fruibilità dei crediti. Ad esito del controllo, l’Agenzia sblocca la delega F24 mantenendo la data del versamento; qualora invece manchino riscontri positivi nei 30 giorni, il modello viene scartato e il versamento si considera omesso, con le conseguenti sanzioni.

Si tratta di un sistema che dovrebbe essere rapidamente modificato al fine di consentire ai contribuenti di presentare gli F24 quando hanno certezza che le informazioni trasmesse al Gse con la comunicazione ex post siano state correttamente acquisite e che non vi siano rischi di scarti, eventualmente a seguito di un difetto telematico di trasmissione. Occorre dunque che il Gse o l’Agenzia, entro pochi giorni dall’invio della comunicazione, diano un via libera alla compensazione in modo che il modello F24 possa avere immediatamente la quietanza definitiva. In un’epoca di telematica e di stimolo agli investimenti 4.0 dei contribuenti, non è ipotizzabile che si debbano attendere 30 giorni dopo la presentazione del modello F24 per sapere se il fisco ha ricevuto dal Gse l’informazione sulle comunicazioni inviate.

Nel frattempo, le Entrate dovrebbero fornire i necessari chiarimenti sui periodi di riferimento degli investimenti per i quali sono richieste le comunicazioni, viste le terminologie “atecniche” utilizzate nella legge. In particolare, si attende una urgente conferma circa l’assenza di obbligo della comunicazione ex ante (ma solo di quella ex post) per gli investimenti che sono «effettuati» (ex articolo 109 Tuir) dal 30 marzo 2024, ma per i quali c’era un ordine in data antecedente. Il Dm 24 aprile, infatti, da un lato richiede la comunicazione ex ante per gli investimenti che «si intendono effettuare» dal 30 marzo e dall’altro la esclude espressamente soltanto per gli investimenti «effettuati» tra il 1° gennaio 2023 e il 29 marzo 2024, restando dunque da chiarire la sorte di quelli ordinati prima, ma effettuati dopo l’entrata in vigore della norma.

Fonte: Il Sole24Ore 21 giugno 2024