Meccanica italiana ai livelli pre Covid Ripresa più veloce di quella europea

Report Federmeccanica. Tra aprile e giugno attività cresciuta del 2,1% dopo il 3,1% di gennaio-marzo. Riparte l’occupazione Rispetto al gennaio 2020 produzione al 102,1%: la media Ue al 97,4%, Germania all’89,8%, Francia all’88,2%, Spagna al 94,3%.

Nel secondo trimestre accelera la crescita della produzione industriale nel settore metalmeccanico che ha recuperato i volumi pre-Covid. Tra aprile e giugno 2021 l’attività produttiva cresce del 2,1% rispetto al trimestre precedente, gennaio-marzo, che già si era chiuso con un incremento congiunturale dell’1,3%. Con questa performance l’Italia si attesta sopra la media europea, avendo recuperato il terreno perso durante l’emergenza sanitaria più di Paesi come la Germania o la Francia. In termini tendenziali l’aumento è del 47%, ma in questo caso il confronto è con il secondo trimestre 2020, condizionato dai bassi livelli di produzione di aprile dello scorso anno a causa del lockdown.

L’indagine congiunturale dell’industria metalmeccanica presentata ieri da Federmeccanica – in occasione del 50° dalla fondazione -, evidenzia un incremento nel primo semestre dell’anno del 29,9% dei volumi di produzione rispetto allo stesso periodo del 2020, un livello «sostanzialmente in linea» con il primo semestre 2019 (-0,8%). A livello europeo, l’Italia che durante il lockdown aveva registrato i risultati peggiori, si è prima riportata in linea con gli altri principali Paesi per poi collocarsi su livelli superiori. Fatto 100 il volume di produzione dell’industria metalmeccanica nella fase pre-Covid di gennaio 2020, a livello di Ue27 a giugno si è raggiunto 97,4; in Italia 102,1; la Germania si è attestata a 89,8; la Francia a 88,2; la Spagna a 94,3.

L’incremento interessa tutti i comparti, sia pure con dinamiche differenti: nel confronto tendenziale tra primo semestre 2021 e 2020 spicca il +58,7% di autoveicoli e rimorchi, il +37,4% della produzione di macchine e apparecchi elettrici, il +31,8% dei prodotti in metallo e il +28,1% della metallurgia. Insieme alla congiunturale il presidente di Fedemeccanica Federico Visentin, il vicepresidente Diego Andreis, e il direttore Generale Stefano Franchi, hanno anche presentato anche il progetto competere con una serie di riflessioni e proposte per progettare il nuovo lavoro e la nuova impresa.

Ma torniamo alla congiunturale: tra gennaio e giugno è diminuito il ricorso alla cassa integrazione (-44,3% rispetto al primo semestre 2020) e si è registrata un’inversione delle tendenze negative delle dinamiche occupazionali nelle imprese metalmeccaniche con oltre 500 dipendenti. «I livelli occupazionali nelle grandi imprese del settore sono aumentati dell’1,2% rispetto a dicembre 2020, dunque si contano 4mila occupati in più», ha spiegato il direttore del centro studi, Angelo Megaro. A fronte del 26% delle imprese intervistate che pensa di dover incrementare gli organici, il 7% prevede di ridurli, con un saldo occupazionale del +19% che è il più alto degli ultimi anni» (il picco del 21% è del 1° trimestre 2018).

Su questi risultati ha inciso la ripresa della domanda interna e del commercio mondiale che ha prodotto ricadute positive sull’interscambio commerciale. Nel primo semestre le esportazioni metalmeccaniche sono cresciute del 31,3% (oltre il +24,2% registrato per l’intera economia) e le importazioni del 35,7%. Nel confronto con il primo semestre 2019, l’export metalmeccanico risulta del 5,2% superiore.

Dall’indagine condotta tra le imprese del settore, emergono aspettative di ulteriori recuperi dell’attività produttiva, anche se vi sono ancora fattori di incertezza, legati all’evoluzione della pandemia e alla dinamica dei prezzi delle materie prime e alla loro disponibilità sul mercato. Gran parte delle imprese ha risentito del rincaro dei prezzi dei metalli e dei semilavorati in metallo utilizzati nei processi produttivi (93% rispetto al precedente il 84%). Il 72% delle imprese ha dichiarato di avere difficoltà di approvvigionamento dei metalli e semilavorati, soprattutto per la loro scarsità sul mercato. Il 21% delle imprese rischia un’interruzione dell’attività produttiva (rispetto al precedente 14%), il 64% si attende che la tendenza rialzista dei prezzi possa durare.

Quanto al progetto Competere: «Federmeccanica vuole “progettare” il nuovo lavoro e la nuova impresa – ha detto Visentin -. Bisogna intervenire in maniera decisa su problemi che da troppo tempo ci portiamo dietro come il cuneo fiscale, che va abbattuto, porre le basi per gestire il cambiamento, creando le competenze che serviranno alle imprese nel futuro. Va sostenuto il tessuto produttivo con gli incentivi per il 4.0 e le azioni da mettere in campo per la carenza e l’eccessivo costo delle materie prime. Va data certezza agli incentivi fiscali per promuovere il welfare aziendale e il premio di risultato». Andreis ha ricordato che «per affrontare la trasformazione digitale le due principali sfide da affrontare sono la crescita dimensionale delle imprese e le competenze dei lavoratori».

Fonte: Il sole 24 ore, 16/09/2021